Balkan
Mostra personale dell'artista Flavio Favelli
Il ruolo di NOS / NOS' role
Curatela / Curating
Cosa / What
Mostra personale dell'artista Flavio Favelli / Solo exhibition by the artist Flavio Favelli
Con / With
Promossa da / Promoted by Muzeji i Galerije Podgorice e/and NOS Visual Arts Production. Realizzata col patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Podgorica / realized with the patronage of the Italian Embassy in Podgorica. Grazie al sostegno di Q International Quadriennale di Roma e dell’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado / thanks to the support of Q International Quadriennale of Rome and of the Italian Institute of Culture of Belgrade.
Quando / When
29 ottobre - 12 dicembre 2021 / 29 october - 12 december 2021
Dove / Where
Moderna Galerija - Podgorica - Montenegro
Il Muzeji i Galerije di Podgorica presenta, dal 29 ottobre al 12 dicembre 2021 negli spazi della Moderna Galerija, Balkan, la prima mostra personale di Flavio Favelli in Montenegro, a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi.
Già ospite a Podgorica due anni fa e a Cattaro nel 2016 con opere in mostre collettive, Flavio Favelli si è distinto in Montenegro per la sua pratica artistica fortemente in dialogo col territorio. Particolarmente apprezzato per la sua capacità di leggere e restituire il contesto di trasformazione che il paese sta vivendo nel passaggio epocale da una cultura, prima che da un governo, socialista a una cultura capitalista, tramite una selezione di opere per lo più inedite Favelli indaga il sedimentarsi della memoria di un paese che diventa qui universale, offrendo al pubblico locale, ma non solo, uno sguardo critico esterno su un contesto specifico utile ad aprire un dibattito più ampio sull'attualità che viviamo.
Interessato all’immaginario passato della ex Jugoslavia e a come nel tempo sia filtrato in Italia attraverso fasi differenti, dagli scenari che diedero origine alla Grande Guerra e ne decretarono poi la nascita, al suo ruolo durante la Seconda Guerra Mondiale fino alle figure politiche e a quelle sportive, dalle immagini drammatiche della guerra degli anni Novanta a quelle più recenti dei migranti in fuga lungo la rotta balcanica, da tempo Favelli indaga i segni di una storia che lo ha influenzato e che sente vicina, come accade probabilmente per tutte le generazioni segnate dalla fine della Guerra Fredda e dalla caduta del Muro di Berlino. In questa memoria l’Italia gioca infatti un ruolo particolare: paese che è stato, e in qualche modo è ancora, tanto vicino quanto lontano al mondo socialista al pari di come ha sviluppato un rapporto di amore e odio rispetto alla politica liberale degli Stati Uniti d’America.
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Per indagare questa condizione balcanica l’artista, nella mostra Balkan, affida la sua visione a quelle forme, ovvero a quei supporti e oggetti che, assieme alla storia di un paese, stanno andando scomparendo diventando reperti nostalgici. Imballaggi, cartoni, bottiglie, brand e varie altre forme divenute oggi oggetto da collezione (la sua) vengono alterate dall’artista per farsi portatori non più di un originario contenuto, ma di una memoria. Il packaging, quasi mai oggetto neutro, tanto meno oggi che è diventato centrale nelle nostre pratiche quotidiane e lavorative anche grazie all'e-commerce, andando a sostituire e mediare la relazione diretta col prodotto, racconta la storia di un’estetica e di un paese che ha vissuto e vive (come altri) il passaggio a un mondo dei consumi in evoluzione anche nella sua estetica.
La mostra Balkan è promossa da Muzeji i Galerije Podgorice e NOS Visual Arts Production, realizzata col patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Podgorica e grazie al sostegno di Q International Quadriennale di Roma e dell’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado.
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“La Jugoslavia era un posto interessante perchè era più vero di altri. - dice l’artista - Il fatto di essere un paese neutrale era un segno di grande fascino e anche la federazione era un modello curioso. Mi chiedo dunque oggi, come possiamo, in un tempo rapido e globalizzato come quello attuale, mantenere viva una relazione nei confronti di un passato tanto denso e cruciale, non solo per l’Italia?"
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The Muzeji i Galerije in Podgorica presents, from 29 October to 12 in the spaces of the Modern Galerija, Balkan, December 2021, the first solo exhibition of Flavio Favelli in Montenegro, curated by Elisa Del Prete and Silvia Litardi.
Already present in Podgorica two years ago and in Cattaro in 2016 in collective exhibitions, Flavio Favelli has stood out in Montenegro for his artistic practice strongly in dialogue with the territory. His ability to read the context of transformation that the country is experiencing in the epochal transition from a socialist culture to a capitalist one, brings him back here for his first solo show in a public museum. Through a selection of mostly unpublished works Favelli investigates the sedimentation of the memory of a country that becomes universal here, offering to the local public, but not only, an external critical look at a specific context useful to open a wider debate on the current events that we live.
Interested in the former Yugoslavia's past imaginary and how it has been filtered through different phases in Italy, from the scenarios that gave rise to the Great War and then decreed its outbreak, to its role during the Second World War up to political figures and sports, from the dramatic images of the war in the nineties to those most recent of migrants fleeing the Balkan route, Favelli has long been investigating the signs of a history that has influenced him and that feels close, as is probably the case for all the generations marked by the end of the Cold War and the fall of the Berlin Wall. In the memory he brings out, Italy plays a special role: a country that has been, and in some way is still, so near but so distant to the socialist world just like it has developed a relationship of love and hatred with respect to the liberal politics of the United States of America.
To investigate this Balkan condition the artist, in the exhibition Balkan, entrusts his vision to those forms, namely those supports and objects that, along with the history of a country, are disappearing and becoming nostalgic artifacts. Packaging, cartons, bottles, brands and various other forms that have become (his) collector’s items, are altered by the artist to become bearers of no more than an original content, but a memory. The packaging, almost never a neutral object, least of all today that has become central in our daily and working practices thanks to e-commerce, going to replace and mediate the direct relationship with the product, tells the story of an aesthetic and a country that has lived and lives (like others) the transition to a world of consumption in evolution also in its aesthetics.
The exhibition Balkan is promoted by Muzeji i Galerije Podgorice and NOS Visual Arts Production, realized with the patronage of the Italian Embassy in Podgorica and thanks to the support of Q International Quadriennale in Rome and the Italian Cultural Institute of Belgrade.
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Yugoslavia was an interesting place because it was truer than others. - says the artist - The fact of being a neutral country was a sign of great charm and even the federation was a curious model. I therefore wonder today, in a time as fast and globalized as the present one, how can we keep alive a relationship with such a dense and crucial past, not only for Italy?
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